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Il mediatore familiare, attraverso un percorso articolato suddiviso in incontri, aiuta i genitori configgenti a ristabilire la comunicazione efficace, a trovare soluzioni concrete soddisfacenti e accordi condivisi e durevoli.

Il mediatore è il terzo super-partes in grado di facilitare la giusta comprensione delle aspettative di entrambi i coniugi e dei figli, soprattutto per ciò che attiene la tutela affettiva dei minori.

Il mediatore familiare interviene altresì a sostegno della corresponsabilità genitoriale e nella composizione del conflitto genitori – figli e, secondo una prospettiva professionale più ampia, sebbene propria, può intervenire con funzione di accompagnamento e counselling familiare specifico per la coppia che ne richiede l’intervento. Si tratta di percorsi di formazione dei coniugi volti alla utilizzazione di modalità comunicative funzionali alla coppia e a chiarire ruoli e funzioni all’interno del nucleo familiare in difficoltà o di neoformazione.

Il mediatore familiare osserva il segreto professionale nello svolgimento delle proprie mansioni secondo il codice deontologico della professione.

 

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Martedì 02 luglio 2013 alle ore 17 presso l’Assessorato alla Famiglia e Politiche Sociali

sala Bonsignore – via Trinacria n° 31 Palermo

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L’articolo su Ragusaoggi riguardante la presentazione del libro: “Prima di andare via… La mediazione familiare come risorsa”

http://www.ragusaoggi.it/notices/34688-prima-di-andare-via-la-mediazione-familiare-come-risorsa

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Quando all’interno di una coppia si fa strada la delusione, l’incomprensione e la conflittualità, spesso l’unione naufraga. Altre volte, fortunatamente, non si arriva a una separazione. Sta di fatto che in molti casi, raramente, le coppie sono in grado da sole di contenere i sentimenti negativi che il conflitto genera (delusione, amarezza, tradimento, rabbia, vendetta…): è qui che diventa fondamentale il ruolo del mediatore familiare, che può aiutare le parti a confrontare gli opposti punti di vista e intervenire nella gestione degli «squilibri di potere» nella coppia. Dopo aver spiegato cos’è la mediazione familiare e a chi si rivolge; con quali strumenti di osservazione relazionale, con quali metodologie e tecniche di comunicazione, l’Autrice mette in risalto l’importanza del delicato ruolo del mediatore nell’offrire una relazione di aiuto, finalizzata essenzialmente all’uscita dalla logica che stabilisce un vincitore e un vinto, per tentare invece di risolvere il conflitto con il dialogo, riaprendo spazi comunicativi e neutralizzando la destabilizzazione insorgente su basi familiari caratterizzate da dinamiche inique.

Punti forti
Sussidio formativo, finalizzato a eliminare le barriere comunicative all’interno della coppia e tra le generazioni.
Le storie di casi concreti di conflitti (riportate nel testo) sono efficaci esempi per capire il percorso di mediazione familiare. Viene offerta una analisi sulle «famiglie ricomposte ».

Destinatari
Fidanzati/ Giovani coppie/ Coppie in difficoltà/ Coppie in età matura/ Genitori con figli adolescenti/ operatori pastorali…; assistenti sociali.
Associazioni che lavorano nell’ambito della mediazione: GeA, Spazio MeF, AIMeF…

Link libro: http://www.paoline.it/schedaProdottoEc.aspx?idp=9788831541572

Tele Padre Pio del 24/11/2012 – Linkhttp://youtu.be/W5x045OfFNU

La lettura immediata del fenomeno delle scuole occupate ci orienta verso considerazioni ovvie trattandosi di consuetudini più o meno consolidate nelle singole istituzioni scolastiche.
Mi pare però che fatta questa premessa si possa anche leggere all’interno del fenomeno anche un malcontento generale motivato, visto che la protesta coinvolge anche gli alti gradi d’istituzione accademica su tutto il territorio nazionale.
Possiamo davvero parlare di disimpegno e di violazione del diritto allo studio dei giovani quando in realtà i docenti e il personale addetto ai servizi scolastici già da quest’estate hanno manifestato il loro disagio di fronte a provvedimenti che privano molti dell’unico mezzo di sostenimento del proprio nucleo familiare?
Di fatto dal mese di settembre si sono susseguiti scioperi del personale e assemblee sindacali.
È un problema solo di pochi e non di tutta la comunità? È un problema soltanto dei lavoratori o anche degli utenti?
Ritengo che debba essere possibile in un paese democratico esprimere il proprio dissenso seguendo le forme consentite legalmente. A scuola si impara ad esercitare correttamente la partecipazione attiva alla vita sociale e politica del paese a cui tutti siamo chiamati a dare un contributo nella salvaguardia del diritto di espressione e se è il caso di protesta. Se non si frequentano le lezioni volentieri, dobbiamo anche chiederci il perché, forse non è solo voglia di vacanze.
Non credo nella concorrenza fra le varie libertà inclusa quella all’insegnamento.
Credo che tutte le libertà se tali possono coesistere. Credo al dialogo costruttivo e sereno con la comunità studentesca e al miglioramento dei servizi durante il normale svolgimento delle lezioni. Dalla didattica alla valutazione alla formazione, davvero, la scuola italiana è ancora molto lontana dagli obiettivi che si è proposta. Il fatto che ogni tanto famiglie e studenti se ne rendono conto può spaventare. Oggi la scuola è percepita come luogo dove ci si stanca dietro le verifiche incalzanti fine a se stesse che si sono via via centuplicate. Un luogo dove si richiede sempre di più agli studenti di essere all’altezza della situazione e si da sempre di meno in formazione, relazione, ascolto e spesso anche contenuti, in un’età invece, nella quale i bisogni taciuti e mortificati giocano un ruolo decisivo nell’ sviluppo globale della persona.
E non mi riferisco certo ad un “completo svolgimento del programma” concetto non più compatibile con la individualizzazione dei programmi e con il rispetto degli stili di apprendimento di ciascuno alunno, richiamati con forza all’attenzione dei docenti dalla normativa in vigore.
Mi riferisco all’esercizio di una libertà di insegnamento che rinunci a metodologie obsolete e sappia assicurare a tutti un adeguato apprendimento, cercando di ottimizzare il tempo scuola e che faccia tesoro anche di un’esperienza di protesta valorizzando il pensiero divergente costruttivo.
L’unico in grado di guardare con possibilità al futuro.

Giuseppa Calò
in “La Rocca” Periodico della Fondazione Culturale G. Arnone, anno XVI, dicembre 2010

Il CE.S.VO.P.  (Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo) in collaborazione con AGE (Associazione Italiana Genitori) e AMS Onlus (Associazione per la Mobilitazione Sociale) organizza un convegno dal titolo “EDUCAZIONE SOCIO AFFETTIVA: UNO STRUMENTO DI PREVENZIONE PER L’ABUSO”. Il convegno che ha come obiettivo la condivisione di esperienze e conoscenze nella prevenzione degli abusi sui minori, aumentando le competenze degli adulti nell’affrontare la tematica dell’educazione socio-affettiva, avrà luogo il 23 aprile 2009 alle ore 15.00 presso la Direzione Didattica “Alcide De Gasperi” P.zza A. De Gasperi n° 24 Palermo

Interverranno:

Alberto Pellai Medico, Ricercatore Università di Milano

Rosanna Militello – Psicologo, Psicoterapeuta

Matteo Noto – Direttore Dipart. Di Pediatria Ospedale Casa del Sole di Palermo

Giuseppa Calò – Mediatore Familiare

Salvatore La Rosa – Università di Palermo – Presidente regionale A.Ge

vedi programma: binder11

In basso il link della intervista trasmessa il 24/11/2012 su Tele Padre Pio sul libro edito dalle Paoline dal titolo Prima di andare via… La mediazione familiare come risorsa di Giuseppa Calò

Link: http://youtu.be/W5x045OfFNU